METODOLOGIE
Il metodo calligrafico è generalmente superato dai periti, integrato dal metodo grafonomico.
Il metodo grofoscopico è generalmente applicato, ma a vari livelli di perfezione, in rapporto al grado di professionalità raggiunto dal perito nel settore tecnico-fotografico.
Molti periti continuano a valersi del fotografo, mentre i più giovani tendono o gestire in proprio la fase strumentale e documentale dell’indagine.
Questi ultimi applicano generalmente il metodo grafologico a completamento dei metodi tradizionali.
Anche il metodo grafometrico viene impiegato a vari livelli, da quello semplicemente misurativo o quello percentuale-statistico.
Una metodica intermedia fra quello calligrafica e grofologico-grafonometrica ho potuto rilevare in perizie di scuola Marchesan.
Si assiste altresì, da qualche anno, ad un ulteriore affinamento dello
professionalità, sotto l’impulso dei seguenti fattori:
a) l’elevazione professionale promosso dalla Scuola di Urbino;
b) lo stimolo proveniente dai seminari di fotottico giudiziario;
c) la motivazione scientifica derivante dalle iniziative di ricerca promosse dall’istituto di Grafologia Giudiziaria;
d) lo informazione professionale proveniente dalle riviste italiane ed estere (Scrittura, Rivista di polizia, nonché riviste di associazioni grofologiche estere);
e) infine, la continua esigenza di rinnovamento e ricerca da parte dei periti migliori.
Quest’ultimo è il catalizzatore più fonte, o mio giudizio, dell’intero processo di affinamento professionale in atto, sotto la spinta di nuove istanze che affiorano in campo peritale e che passiamo a considerare.
Estratto da Buno Vettorazzo
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